mercoledì 10 giugno 2009

I giardini di Giverny al Palazzo Reale di Milano

Milano - "Monet e il tempo delle ninfee", una splendida occasione per lasciarsi incantare fino al 27 settembre al Palazzo Reale di Milano, dalla rarefatta bellezza di venti capolavori del maestro francese, provenienti dal Museo Marmottan di Parigi. L'una dopo l'altra le tele mostrano la passione di Monet per la bellezza impalpabile nelle forme, nei colori di un giardino acquatico creato con tanto cura e amore, quanti ne investiva nella rappresentazione stessa dell'opera d'arte.
Giverny era il sogno di una vita. Accanto al giardino francese, Monet diede vita al suo gioiello, il giardino giapponese, che costituì, da quel momento in poi, la materia prima della sua ricerca artistica. Le venti tele, che Monet ha dipinto fra il 1900 e il 1923, ricostruiscono il percorso che lo ha portato a cercare di trasferire dal suo giardino alla sua arte i salici piangenti, le ninfee, i ponti giapponesi, i fiori di ciliegio e gli iris. Accarezzando la tela, così come il suo sguardo accarezzava le ninfee nello stagno, Monet cercò di esprimere attraverso i tocchi del pennello e le sfumature dei colori, la spiritualità sottesa alle forme incantevoli che popolavano il suo giardino. Un pennello sapiente, che ci ha restituito, non solo la bellezza esteriore delle forme, quanto la magia evocata da esse.
Impreziosiscono la mostra sessanta stampe di Hokusai e Hiroshige, provenienti dal Museo Guimet di Parigi, che ben mostrano l'influenza dell'arte giapponese sull'artista. Al termine del percorso espositivo è possibile visionare la tavolozza di Monet e un filmato d'epoca che lo ritrae a Giverny all'opera fra tele e pennelli.
Le ninfee di Giverny fluttuano ancora nell'acqua e si mostrano attraverso i colori cangianti e le sfumature delicate, a ricordarci che chi le ha amate ci ha svelato la loro magia attraverso i suoi occhi.

"Tutti discutono la mia arte e affermano di comprenderla, come se fosse necessario comprendere, quando invece basterebbe amare." (Claude Monet)


Silvia Cusumano

In alto a sinistra: Claude Monet, Nimphéas. Effet du soir, olio su tela, 1887



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