venerdì 19 marzo 2010

La voce dei Nativi Americani nella poesia di Joy Harjo

Nata a Tulsa (Oklaoma), Joy Harjo è poetessa, musicista e scrittrice, docente universitaria, membro della tribù  Creek, di discendenza Cherokee. La sua musica e le sue poesia si ispirano alle tradizioni e alla spiritualità della sua terra. Qui di seguito proponiamo "Remember" nella traduzione italiana, seguita dal testo in lingua originale.

Ricorda

Ricorda il cielo sotto cui tu sei nato,
apprendi tutte le storie delle stelle.
Ricorda la luna, apprendi chi è. L'ho
incontrata una volta in un bar di Iowa City.
Ricorda il sorgere del sole all'alba, il più
potente istante di tempo. Ricorda il tramonto
e il far posto alla notte.
Ricorda la tua nascita, la lotta di tua madre
per darti forma e respiro. Tu sei testimonianza
della sua vita, di quella di sua madre e così via.
Ricorda tuo padre. Anch'egli è la tua vita.
Ricorda la terra di cui condividi la pelle:
terra rossa, terra nera, terra gialla, terra bianca,
terra scura, noi siamo terra.
Ricorda le piante, gli alberi, il mondo animale: anch'essi
hanno le loro tribù, famiglie, storie. Parla con loro,
ascoltali. Sono poeti viventi.
Ricorda il vento. Ricorda la sua voce. Conosce
l'origine dell'universo. Una volta all'angolo
della Quarta con Central l'ho udito intonare
canti di danza di guerra Kiowa.
Ricorda che sei tutto il popolo e tutto il popolo
è te.
Ricorda che sei tutto l'universo e l'universo
è te.
Ricorda che tutto è in movimento, in crescita, tutto è te.
Ricorda che il linguaggio proviene da tutto questo.
Ricorda la danza che costituisce linguaggio, vita.
Ricorda.


Remember 

Remember the sky that you were born under,
know each of the star's stories.
Remember the moon, know who she is. I met her
in a bar once in Iowa City.
Remember the sun's birth at dawn, that is the
strongest point of time. Remember sundown
and the giving away to night.
Remember your birth, how your mother struggled
to give you form and breath. You are evidence of
her life, and her mother's, and hers.
Remember your father. He is your life also.
Remember the earth whose skin you are:
red earth, black earth, yellow earth, white earth
brown earth, we are earth.
Remember the plants, trees, animal life who all have their
tribes, their families, their histories, too. Talk to them,
listen to them. They are alive poems.
Remember the wind. Remember her voice. She knows the
origin of this universe. I heard her singing Kiowa war
dance songs at the corner of Fourth and Central once.
Remember that you are all people and that all people are you.
Remember that you are this universe and that this universe is you.
Remember that all is in motion, is growing, is you.
Remember that language comes from this.
Remember the dance that language is, that life is.
Remember.
(Joy Harjo)

martedì 9 marzo 2010

ARTISTI IN VETRINA: Paolo Bandinu e la sua "So - Stanza"

Le Café des Artistes riprende gli appuntamenti con l'arte, presentando Paolo Bandinu, uno dei cinque vincitori del concorso Artisti in Vetrina, con l'opera "SO - STANZA".
Paolo nasce a San Gavino Monreale, in provincia di   Cagliari, nel 1984. Ha conseguito il diploma di laurea  in Pittura  presso l’Accademia delle  Belle Arti di Sassari. In seguito si trasferisce a Firenze, dove attualmente lavora e frequenta il biennio della Laurea specialistica in Arti Multimediali. 
Partecipa a diverse mostre fra Sardegna, Umbria e Toscana. Nel 2008 riceve il primo premio per la sezione pittura di "Ersu in Arte", collettiva di giovani artisti di Sassari. 
La ricerca artistica di Bandinu si impone di immortalare immagini in movimento, il flusso temporale nel suo divenire. La tela "SO - STANZA", raccoglie queste sensazioni e le traspone attraverso i toni caldi della materia, focalizzando l'attenzione sulla natura umana, in un'altalena fra bestialità  dell'essere e impalpabili trasparenze dell'anima.
Paolo Bandinu, SO - STANZA, olio su tela, cm 140x50